Con l’inizio della scuola, i temi di prestazione e competizione diventano centrali per molti studenti. Questi concetti sono legati alla pressione per ottenere risultati, al confronto con i compagni e alle aspettative esterne (familiari, insegnanti, società). La scuola è spesso vissuta come un contesto dove la prestazione individuale viene misurata e comparata, portando a esperienze che possono influenzare profondamente il benessere psicologico.
La prestazione scolastica si riferisce al rendimento dello studente nei compiti scolastici, verificato attraverso valutazioni e voti. La prestazione è spesso al centro dell’esperienza educativa e può generare diverse pressioni.
Molti studenti sviluppano un forte senso di autocritica e aspettative verso se stessi. Alcuni tendono a voler eccellere per sentirsi validi o per evitare il fallimento, generando stress e ansia da prestazione.
Le aspettative da parte dei genitori, degli insegnanti e della società possono essere una fonte di ansia. L'enfasi su risultati e voti può far sentire i ragazzi inadeguati se non raggiungono certi standard.
Gli studenti che vivono la prestazione come una costante valutazione del proprio valore personale possono sviluppare ansia, perfezionismo e una bassa tolleranza per gli errori.
In tutto questo gli studenti si confrontano tra loro per ottenere migliori risultati. Questo confronto può avvenire su vari livelli, tra cui risultati scolastici, prestazioni sportive o capacità sociali.
Una competizione può essere un fattore motivazionale positivo, spingendo a dare il meglio di sé. Se gestita correttamente, può incoraggiare la crescita personale, la resilienza e il miglioramento continuo.
In alcuni casi, però, la competizione può diventare eccessiva e portare a confronti continui, ansia da prestazione e un senso di fallimento quando non si riesce a primeggiare. Questo può compromettere l’autostima e generare dinamiche di rivalità. L’ansia da prestazione può essere definita come la paura di non essere all'altezza delle aspettative, sia interne che esterne e può portare a una forma di ansia specifica legata alla scuola. Può manifestarsi attraverso difficoltà di concentrazione, insonnia, mal di testa, nervosismo e, nei casi più gravi, blocco delle prestazioni.
L’ambiente scolastico che incentiva troppo la competizione rischia di favorire la comparazione costante, creando un clima di pressione e tensione tra gli studenti.
Alcuni studenti sviluppano un atteggiamento perfezionista, ossia la necessità di raggiungere sempre il massimo. Questo può portare a uno stato di stress cronico, perché non accettano errori o fallimenti, percependo ogni insuccesso come una minaccia al loro valore personale.
Il continuo confronto con gli altri e la sensazione di essere in competizione per riconoscimenti può minare l'autostima degli studenti, specialmente se si sentono inferiori o non riescono a ottenere i risultati desiderati.
Lo stress cronico legato alla pressione e alla competizione può portare a un esaurimento fisico e mentale, chiamato burnout scolastico. Questo può manifestarsi con sintomi di stanchezza cronica, demotivazione, difficoltà a concentrarsi e perdita di interesse per lo studio.
È importante aiutare gli studenti a sviluppare una percezione equilibrata del successo, insegnando loro che i risultati scolastici non definiscono il loro valore personale. Genitori e insegnanti possono contribuire a ridurre la pressione enfatizzando l’importanza del processo di apprendimento, non solo dei risultati.
Invece di concentrarsi solo sui risultati finali, è utile incentivare una mentalità orientata alla crescita, in cui l’apprendimento e il miglioramento continuo sono più importanti del raggiungimento della perfezione. Questo riduce la paura di fallire e stimola l'autoefficacia.
In terapia o a scuola, possono essere insegnate tecniche di rilassamento, mindfulness e gestione dello stress per aiutare gli studenti a gestire l’ansia legata alla prestazione. Imparare a ridurre il carico emotivo del fallimento è fondamentale.
Si può poi incoraggiare una competizione più collaborativa, in cui gli studenti lavorano insieme per migliorare, piuttosto che confrontarsi in modo distruttivo. Questo favorisce lo spirito di gruppo e riduce la pressione individuale.
Anche quando si fallisce o non si raggiungono gli obiettivi prefissati si può insegnare l’importanza di trattarsi con gentilezza e comprensione. Questo può essere particolarmente utile per contrastare il perfezionismo.
Insegnare infine agli studenti abilità sociali come la collaborazione, la gestione dei conflitti e l’empatia può ridurre la competizione malsana e favorire un ambiente più inclusivo e rispettoso.
L’inizio della scuola può portare con sé sfide legate alla prestazione e alla competizione, ma con il giusto supporto psicologico e relazionale, i ragazzi possono sviluppare una maggiore resilienza e un rapporto più sano con il proprio percorso di crescita scolastica e personale. Sia la scuola che la famiglia giocano un ruolo cruciale nel gestire le dinamiche di prestazione e competizione. È importante creare un ambiente di apprendimento che valorizzi il benessere emotivo degli studenti, più che i loro successi scolastici.
Come sempre saperli accompagnare, alla giusta distanza, risulta cruciale per favorire il benessere emotivo e psicologico dei ragazzi anche in questo importante periodo.
Dott.ssa Francesca Farina
Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico Relazionale
Psicologa a Lissone - MB
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