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  • Adolescenti: le sfide nello sport, risorse e limiti. Come accompagnare un giovane sportivo
Psicologa clinica e psicoterapeuta psicoanalitica

Dott.ssa Francesca Farina

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Guarire dal Trauma

Come accompagnare un giovane sportivo

La sfida nello sport può essere un motore di crescita e miglioramento personale, ma, se non gestita correttamente, può anche comportare rischi per la salute mentale e fisica.
Attraverso la sfida, la messa alla prova, uno sportivo può imparare a superare e propri limiti ed a migliorare abilità fisiche, tecniche e mentali. Una sfida stimola la resilienza e la perseveranza, abilità utili anche nella vita quotidiana.
Raggiungere obiettivi sportivi, piccoli o grandi, attraverso lo sforzo e la determinazione, può aumentare l'autostima. La sensazione di aver superato una sfida crea un forte senso di realizzazione. Ogni progresso nello sport rappresenta una vittoria personale che rafforza la fiducia nelle proprie capacità.
Lo sport poi, può contribuire in modo fondamentale allo sviluppo di competenze sociali.
Nelle attività sportive di gruppo, la sfida non è solo personale ma anche collettiva. Questo promuove la collaborazione, la comunicazione e la capacità di lavorare in squadra per raggiungere un obiettivo comune.
L'interazione con compagni di squadra e avversari insegna il rispetto reciproco e l’empatia, favorendo la socializzazione.
Lo sport e la sfida insegnano poi a gestire lo stress in modo sano e a migliorare le abilità di problem solving sotto pressione. Questo è particolarmente utile per affrontare situazioni di vita quotidiana.
L’attività fisica aiuta a ridurre lo stress accumulato, migliorando la salute mentale e promuovendo il benessere emotivo.
Non dimentichiamo poi che attraverso lo sport un ragazzo può imparare a conoscere il proprio corpo, a stimolarlo contribuendo al miglioramento della salute fisica: resistenza cardiovascolare, forza muscolare, flessibilità e coordinazione.

Quando però lo sport e la sfida però diventano pressione eccessiva, i ragazzi possono sentirsi sopraffatti dalla pressione di dover ottenere determinati risultati, soprattutto in ambito agonistico. L’ansia da prestazione è comune, soprattutto quando la vittoria o il successo vengono percepiti come l’unico obiettivo importante. Questo può portare a un ciclo di ansia e insoddisfazione, anche quando si ottengono buoni risultati. Questo esaurimento fisico ed emotivo può portare a una perdita di motivazione, interesse per lo sport e stanchezza cronica. Il burnout sportivo può compromettere anche la salute mentale, causando depressione o ansia.
Se la sfida poi viene percepita come una competizione eccessiva con gli altri piuttosto che come un'opportunità di miglioramento personale, può creare rivalità tossiche, gelosia e un confronto costante con gli avversari o i compagni di squadra.
La comparazione costante con atleti più bravi può ridurre l'autostima, facendo sentire le persone inadeguate o demotivate se non raggiungono determinati standard.
Alcuni atleti possono sviluppare un atteggiamento perfezionista, in cui ogni sfida viene vissuta come una prova di valore personale. Questo può portare a una bassa tolleranza per gli errori e una continua insoddisfazione per i propri risultati.
Il perfezionismo eccessivo riduce il piacere dello sport, trasformandolo in una fonte di frustrazione e ansia.
I ragazzi che si concentrano eccessivamente sulla sfida sportiva rischiano di trascurare altri aspetti importanti della vita, come le relazioni sociali, il lavoro o lo studio. Questo squilibrio può avere ripercussioni negative sulla qualità della vita complessiva.

Come comportarsi quindi per gestire i rischi ed ottimizzare le risorse che la sfida nello sport può offrire ad un adolescente?

È importante accompagnare il ragazzo a vedere la sfida come uno strumento di crescita e miglioramento, e non come un mezzo per dimostrare il proprio valore. Non posso affrontare uno sport pensando di "vincere a tutti i costi", ma piuttosto di progredire costantemente, indipendentemente dal risultato finale.
Dare importanza al recupero fisico e mentale è fondamentale per evitare il burnout. Le pause e il riposo devono essere parte integrante del percorso sportivo, insieme a tecniche di rilassamento e gestione dello stress. Possiamo incoraggiare i ragazzi a mantenere un equilibrio tra impegni sportivi e altri aspetti della vita, come le relazioni sociali e la famiglia, per garantire un benessere complessivo lasciando che il ragazzo mantenga sempre una zona di confort che gli garantisca serenità e riduca il senso di prestazione.
Impostare obiettivi realistici e misurabili permette di affrontare la sfida sportiva senza sentirsi sopraffatti. Focalizzarsi sul progresso piuttosto che sui risultati immediati riduce l’ansia e alimenta la motivazione.

È fondamentale dunque che i ragazzi non vengano lasciati soli nelle loro attività sportive, Genitori e allenatori possono osservarli da lontano nelle loro sfide personali, prestare attenzione ai segnali di stress e burnout, incoraggiando il supporto psicologico quando necessario.
Un approccio equilibrato e sano verso lo sport, che non alimenti la competizione malsana, è cruciale per potenziare gli aspetti positivi della sfida nello sport e ridurre i rischi.
In conclusione, la sfida nello sport può essere una potente forza positiva che aiuta a crescere e a migliorarsi, ma come tale deve essere gestita in modo equilibrato per evitare effetti negativi sul piano fisico e mentale.
E’ prezioso che un ragazzo faccia sport e che si metta alla prova attraverso le sfide che questo comporta. Non possiamo però lasciare che i nostri ragazzi vengano sopraffatti da aspettative e desideri eccessivamente performanti ed a volte neppure loro.
Lo sport con le sue sfide, deve rimanere uno spazio loro in cui potersi mettere alla prova senza eccessi e pressioni, con la consapevolezza che c’è chi li guarda e che li accompagna senza giudizio.



Dott.ssa Francesca Farina
Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico Relazionale

Dott.ssa Francesca Farina

Psicologa a Lissone - MB
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